A manifestare sono tutti iracheni che hanno conosciuto le ragazze rapite ma che soprattutto hanno goduto della loro assistenza. C'è la mamma di Bashar Najif, 14 anni: «Mio figlio è malato da quando ne aveva 4 - racconta - e nei lunghi anni di embargo le uniche persone che hanno potuto rifornirlo di medicinali e quindi salvargli la vita sono state loro. Adesso siamo qui perché tocca a noi pregare per salvare la loro vita».
Qualcuno di loro ha avuto un'esperienza diversa dell'Occidente, qualcuno di loro sarà più difficile da reclutare come martire, qualcuno di loro sarà un interlocutore credibile
L'articolo del Corriere qui
giovedì, settembre 09, 2004
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