vorrei una marcia di primavera per la libertà, quando avremo finito di perderci dietro i colpi bassi di questa campagna elettorale senza contenuti
ecco qualcuno per cui la vorrei
a Cuba, per Guillermo Farinas
Il direttore dell'agenzia stampa indipendente Cubacan, l'ex prigioniero politico cubano Guillermo Fariñas, è in sciopero della fame dal 31 gennaio, per reclamare un semplice accesso a Internet. A Cuba infatti l'accesso a Internet è ristretto agli ambienti del regime. Esistono cybercafè, ma sono riservati a chi ha denaro perché ha prezzi proibitivi per la maggior parte dei cubani. Questa restrizione è uno degli ostacoli all'esercizio del giornalismo sull'isola, dove è autorizzata solo la stampa ufficiale, legata al partito unico.
in Cina, per Hao wu
"Hao’s family and friends in China have deflected questions about his detention for the past month, as authorities in contact with people close to Hao have urged them not to publicize the case. There had been hope that his detention was only for a short period of time, in which case publicity would not have been helpful."
che aveva scritto questo un mese fa sul suo blog
" I don’t want to live in a society that doesn’t allow me to express myself freely!But wait, would that land me in prison?"
in Bielorussia, dove le cose non si mettono per niente bene
"Icy conditions did not deter hundreds of opposition activistsThe opposition in Belarus says four leading activists have been arrested by police in Minsk during a protest against the election result.
Opposition supporters defied police and braved sub-zero temperatures overnight, camping out in a central square. The crowd now numbers about 150"
in Iran, per Akbar Ganij
"Seguace entusiasta della Rivoluzione del '79, ex pasdaran e guardia del corpo di Khomenei, Ganji, 46 anni, con il tempo muta radicalmente opinione. Lo studio della filosofia occidentale, la lettura di Hannah Arendt e Karl Popper, il lavoro di giornalista, le inchieste politiche: progressivamente si allontana dal regime islamico, di cui mette ora in risalto la natura totalitaria, e inizia la sua battaglia non violenta per un Iran laico e democratico. (...)Ad aprile 2000, al ritorno da Berlino dove ha preso parte, insieme ad altri riformisti, a una Conferenza sull'Iran, viene arrestato. E diventa «eroe» della lotta alla teocrazia sciita. «Oggi il mio volto disfatto è il vero volto della Repubblica islamica dell'Iran — scrive a luglio dal carcere —. Sono il simbolo della giustizia che mette in luce l'intera portata dell'oppressione di chi governa»."
martedì, marzo 21, 2006
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3 commenti:
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