La Gran Fondo Costa degli Etruschi vissuta nelle retrovie da un indomito blogger (in corsivo estratti della la cronaca di Solobike sulla gara dei primi).
Temo di aver violato per un giorno le sacre regole del ciclista calmo
Giorno prima della gara
Buco andando a comprare il giornale: ottimo presagio, domani ho 65 km di sterrato e sassi. Crepi l’avarizia, camera d’aria iperleggera titanium. Reggerà la fedele del 91 nei saliscendi della Macchia della Magona?. Bici della madonna dappertutto.
Il team manager della Staff Bike2000 mi aiuta a regolare i freni, guardando un po’ costernato il catenaccio (God bless him anyway).
Nel pomeriggio Andrea e Marco tengono alto il nome della famiglia alla Granfondina dei bambini, Marco la corre in realtà a piedi ma premiazione per tutti.
La sera momento stoico: salto l’invitante degustazione di vini del territorio per evitare rigurgiti antifascisti alla prima salita
Prima della gara
Alla partenza, solita tragica sensazione: tutti cazzutissimi, depilati, MTB alluminio biforcellata, computer cardio gps, sguardi di pena per la vecchia Trek. Tre griglie di assatanati mi dividono dalla linea di partenza, cerco disperatamente con lo sguardo qualcuno che “questo lo lascio dietro sicuro”. Gli unici miei simili si dirigono alla partenza del percorso corto per escursionisti.
Sul manubrio incollo l’altimetria, arrivati in cima al salitone è tutto più facile, solo che in cima avrai fatto 36 km e ne mancano comunque 29.
L'Armageddon
Si parte
Durante i primi 13 Km di gara caratterizzati da un falsopiano veloce il gruppo resta compatto, occorre attendere la prima salita per delineare le prime posizioni.
All’ingresso dello sterrato si passa dallo stradone a un viottolo: primo stop del gruppo in un trionfo di bestemmie e piedi a terra
Dietro si mangia polvere, er magister è stupito di riuscire tenere il passo degli altri senza grossi sforzi, sa che in salita pagherà caro pagherà tutto.
Sul viottolo qualcuno cerca con ogni mezzo necessario di guadagnare posizioni, la polvere avvolge tutti, i primi due o tre che volano in un fosso smadonnando
La lunga fila di ciclisti sullo sfondo dei campi è spettacolare, comunque
La strada si riapre, si supera Bibbona con un primo strappo asfaltato che fa la differenza.
Er magister regge ma lo sa (pagherai caro, pagherai tutto)
E' infatti sulla prima salita tecnica che Paolo Alberati imposta il suo ritmo, solo Marzio Deho e Fabio Malberti riescono a tenergli la ruota. Dietro più attardato un altro gruppo formato da Leonardo Zanotti, Gaetano Civiello, Walter Costa, Alexei Medveded e Alessandro Del Sarto.
Sulla prima salita tecnica nelle retrovie mucchio selvaggio, qualcuno si ferma bloccando gli altri, qualcuno spinge la bici che tanto è più veloce, gli Shimano vengono rumorosamente stuprati nel tentativo di arrivare al rapportino, qualche catena salta, nuovo trionfo di bestemmie.
Cerco di ricordare quand’è l’ultima volta che ho cambiato la catena, affido catena e cambio a Santa Rita e spingo.
Qualcuno si pianta davanti al magister che cade per la prima volta e riparte rivolgendo le sue lodi ad alcuni santi minori
Lo stesso terzetto arriva in fondo alla discesa, affronta un tratto di strada asfaltato ed una nuova salita. Poco prima della discesa tecnica Marzio Deho e Paolo Alberati cercano in volata di aggiudicarsi per primi l'ingresso: ha la meglio Marzio Deho che guadagna un piccolo margine sui suoi diretti inseguitori Paolo Alberati e Fabio Malberti.
E’ il salitone, il cartello indica 7500 m con tratti al 18%, la discesa ha sgranato le retrovie e si pedala bene in un silenzio surreale interrotto solo dalla solita sgranata di cambio con bestemmione. Er magister si volta e vede che qualcuno dietro c’è, guarda l’altimetria e capisce che se arriva su è fatta, sente arrivare i crampi e decide che non ci sono. Sali, acqua, banana , barretta, pedalare, rifiatare appena spiana, cercare un punto di riferimento, crampi sempre in agguato ma si arriva in cima.
La discesa tecnica è un calvario, stupenda da fare in allenamento con gli amici, nelle retrovie si fa in fila, qualcuno si blocca nei passaggi impegnativi, tutti in fila ancora, da dietro qualcuno bestemmia perché vorrebbe passare. (dove vuoi andare, tanto i primi sono già arrivati, qui si lotta per la millesima posizione)
Il magister fa una mezza caduta da fermo (la sua specialità), crampo brutto al polpaccio, loda alcuni santi armeni e si butta già nel single track tornando su terreno agevole dopo qualche minuto di adrenalina pura (le braccia fanno male più delle gambe qualche crampo fa capolino, ormai mancano solo 25 km di saliscendi)
Inutili i tentativi di ridurre il distacco di Paolo Alberati e Fabio Malberti, la gara è continuata in 'solitaria' per entrambi e ha visto giungere vittorioso al traguardo Marzio Deho con 1 min e 35 sec di vantaggio sul comunque bravissimo Paolo Alberati e di 2 min e 6 sec sul terzo classificato Fabio Malberti.
Er magister combatte nelle retrovie, rischia il giusto e qualcosa di più in discesa, decide che forse una bici in alluminio con una forcella e dei freni decenti si potrebbe comprare, (che fa anche crescere il PIL e aumenta la fiducia delle imprese), ormai è a Bibbona, 8 km dalla fine, un ultimo strappo, lo superano in 3 ma lui ne riprende 5, ora pancia a terra verso il traguardo,, cartello dei 100 m, rettilineo finale, traguardo, Andrea e Marco salutano papà, Nico sorride, la mia gara l’ho vinta.
Adesso chi lo dice a Nico che domenica prossima si potrebbe fare un giretto a Scanno?
lunedì, maggio 15, 2006
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