giovedì, dicembre 21, 2006
Per chi si manifesta stasera
"The students’ complaints largely mirrored public frustrations over the president’s crackdown on civil liberties, his blundering economic policies and his harsh oratory against the West, which they fear will isolate the country.
But the students had an additional and potent source of outrage: the president’s campaign to purge the universities of all vestiges of the reform movement of his predecessor, Mohammad Khatami.
Last summer the newly installed head of the university, Alireza Rahai, ordered the demolition of the office of the Islamic Association, which had been the core of student political activities on campus since 1963 and had matured into a moderate, pro-reform group.
Since then, students say, more than 100 liberal professors have been forced into retirement and many popular figures have been demoted. At least 70 students were suspended for political activities, and two were jailed. Some 30 students were given warnings, and a prominent Ph.D. candidate, Matin Meshkin, was barred from finishing his studies.
The students also complain about overcrowded and crumbling dormitories and proscriptions against women wearing makeup or bright colors, rules that were relaxed when Mr. Khatami came to power in 1997. "
Sul Ny Times qui
lunedì, dicembre 18, 2006
Atletico Vaticano
-i similMoggi in Curia non dovrebbero mancare
- giro-scandalo di false ordinazioni (si parla insistentemente di un Don Alvaro Recoba)
- i radicali lasciano la Rosa nel Pugno e si fondono con gli Ultrà del Livorno
- gara di miracoli dalla panchina nelle ultime giornate che manco a Quidditch
continua.....
e, a proposito, questa filastrocca di Rodari
"Se la diamo a un calciatore,la luna pallone,
vorrà una paga lunare:ogni calcio un trilione.
Il meglio da fare è di darla ai bambini,
che non si fanno pagarea giocare coi palloncini:"
domenica, dicembre 17, 2006
21 dicembre, ore 20, Via Nomentana
Al direttore - Grazie per la pubblicazione dell’appello a sostegno degli studenti iraniani che hanno avuto il coraggio di manifestare contro Ahmadinejad. All’appello hanno aderito: Forza Italia giovani, Sinistra giovanile, Azione giovani, Giovani della Margherita, Federazione dei giovani socialisti, Giovani Italia dei Valori, Giovani Verdi, Giovani dell’Udeur, Partito radicale transnazionale, Forum nazionale dei giovani, Giovani delle Acli, Federazione universitaria dei cattolici italiani, Unione degli studenti, Unione degli universitari, Movimento studenti cattolici, Azione universitaria, Associazione giovanile studenti iraniani, Generazione U, Giovani Musulmani d’Italia che si costituiscono come comitato promotore di una grande manifestazione davanti all’ambasciata iraniana alle ore 20 di giovedì 21 dicembre |
Tobia Zevi presidente Unione giovani ebrei d’Italia |
Dare forza agli oppositori iraniani, farsi sentire quando di chi si oppone non si sa più nulla, è urgente, importante, ed è un investimento per il futuro nostro e del Medio Oriente.
giovedì, dicembre 14, 2006
Un esempietto di finanza etica
Forse viola qualche regola base del liberismo, ma limitare la censura e assicurarsi che almeno le grandi corporation non assecondino i sistemi dittatoriali è nell'interesse di medio-lungo termine di tutti (e in quello di breve termine degli oppositori cinesi)
Qui
The city's pension fund,
which is now valued at about $96 billion, owns about $276 million worth
of Google stock and about $110 million worth of Yahoo stock. The
holdings represent well below 1% of the value of each of the
But, the pension fund does have clout. And, this is not the first
time that Mr. Thompson, who won his re-election in a landslide in
November, has used the fund to promote social ideals. In the past he
has used it to pressure Halliburton, the global contracting company, to divest itself from business in Iran.
He has also leveraged the pension fund to get the supermarket chain Winn-Dixie to bar discrimination based on sexual orientation and to pressure the beverage giant Coca-Cola to allow an independent investigation into violent acts against union leaders at bottling plants in Colombia.
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Detto un pò meglio
"A una prima impressione, il mark-up sul prezzo sembra contraddire il principio che chiede di lasciarne al mercato la libera determinazione. In realtà, per i produttori di base la transazione che determina il prezzo di mercato avviene spesso in condizioni di monopsonio, o comunque di squilibrio di potere contrattuale, in quanto subiscono il monopolio degli intermediari finanziari locali e di quelli che trasportano il prodotto nei porti o nei mercati di sbocco.
Da questo punto di vista, il commercio equo e solidale offre un’opportunità alternativa che aumenta il potere contrattuale di tali produttori e realizza quindi efficacemente un’azione di institution building sopperendo cos all’assenza di un’antitrust internazionale in questi settori. Ma anche al di là di questa riflessione, se consideriamo i prodotti come beni contingenti, ovvero come insiemi di caratteristiche fisiche e immateriali, è possibile concepire il commercio equo-solidale come l’apertura di un nuovo mercato e un processo di innovazione di prodotto che aumenta la soddisfazione dei consumatori. in particolare di quelli con preferenze orientate alla responsabilità sociale, e il loro gusto per la varietà. In questa prospettiva, il commercio equo e solidale rovescia il tradizionale suggerimento di dare valori al mercato dando un mercato ai valori, ovvero incorporando i valori all’interno dei prodotti venduti.
E' inoltre evidente che non ha nulla a che fare con le tentazioni protezionistiche che si propongono di limitare l’accesso ai nostri mercati di prodotti di paesi a basso costo del lavoro. "
mercoledì, dicembre 13, 2006
Big Brother Uolter
"Veltroni si è fermato a lungo assalito dai nostri bambini...."
due minuti dopo
"ma è normale che il mio telefono ha nel dizionario Veltroni?"
lunedì, dicembre 11, 2006
A proposito del biologico
Questo articolo di Salon riporta bene le opinioni anti-organic di Norman Borloug "If some consumers believe that it's better from the point of view of their health to have organic food, God bless them. Let them buy it. Let them pay a bit more. It's a free society. But don't tell the world that we can feed the present population without chemical fertilizer. That's when this misinformation becomes destructive"
e quelle del Minnesota Institute for Sustainable Agriculture "Hunger is a problem of poverty, distribution, and access to food. The question then, is not "how to feed the world," but rather, how can we develop sustainable farming methods that have the potential to help the world feed and sustain itself. Organic management practices promote soil health, water conservation and can reverse environmental degradation. The emphasis on small-scale family farms has the potential to revitalize rural areas and their economies. Counter to the widely held belief that industrial agriculture is more efficient and productive, small farms produce far more per acre than large farms. Industrial agriculture relies heavily on monocultures, the planting of a single crop throughout the farm, because they simplify management and allow the use of heavy machinery."
L'Economist mena sul commercio equo
L'articolo lo trovate qui (http://www.economist.com/world/international/displayStory.cfm?story_id=8380592),
I primi echi in Italia si trovano sul Foglio di sabato 9 dicembre (http://www.ilfoglio.it/, è a pag.2 o sul blog di Carlo Stagnaro autore dell'articolo ) e sul blog http://www.aconservativemind.blogspot.com/ (di Fausto Carioti, giornalista di Libero)
Avevo cercato in precedenza analisi critiche del Commercio Equo, l'articolo dell'Economist è una buona occasione. Sul bio e local non mi esprimo, anche se il giudizio dell'Economist sull'ipermercato come metodo ottimo anche ecologicamente di distribuzione potrebbe essere rivisto dopo un giro del Raccordo Anulare di Roma con soste a Granai, Romanina, Rustica, Bufalotta e una breve deviazione verso il Centro Leonardo.
L'articolo dell'Economist è un segno che il commercio equo inizia a contare ad essere "scomodo". Un dibattito pubblico e quanto più possibile informato può essere utile a superare e affrontare meglio la crescita del commercio equo.
Approfitto della sintesi di Carlo Stagnaro per qualche umile controdeduzione. L'argomento merita un'analisi più approfondita e spero che no riceva come sole risposte grida contro i liberisti selvaggi.
More to come appena recupero tutto il materiale
"Quattro sono le obiezioni dell’Economist: in primo luogo, l’aumento dei prezzi di beni come il caffè ne incoraggia la coltivazione, contribuendo così ad abbassare ulteriormente i prezzi di mercato e disincentivando la diversificazione. Quindi, per aiutare alcuni agricoltori, si fa del male a tutti gli altri. "
- il commercio equo non si limita a fornire un sovrapprezzo al produttore ma cerca di garantire assistenza tecnica, educazione, garanzie di qualità del lavoro e stabilità degli investimenti sulle tecniche di coltivazione e qualità del prodotto.
- interviene su strutture di mercato sbilanciate dal lato della domanda intermedia (grosse centrali di acquisto di fronte a una miriade di piccoli produttori): l'esistenza di un compratore "migliore" influenza anche le altre centrali di acquisto (vedi gli sforzi di Chiquita & Co. di ripulirsi l'immagine dal lato diritti dei lavoratori)
- spesso gli interventi del commercio equo cercano proprio di favorire il superamento delle monoculture, incentivando il recupero di coltivazioni tradizionali o attività artigianali collaterali (può essere utile per un giudizio informato la lista dei produttori del sito di Altro Mercato )
Inoltre, la certificazione equa e solidale viene di norma concessa sulla base di pregiudizi politici, e in particolare tende a favorire le cooperative, escludendo le imprese famigliari.
- Se si ritiene utile il fair trade questo argomento dovrebbe portare ad esplicitae meglio e migliorare i criteri di selezione (perchè devo sussidiare le arance cubane? che garanzie ho sull'Ong poduttrice di cuscus palestinese?) Se si ritiene il fair trade negativo "per se" non è un argomento decisivo
Favorire le cooperative favorite rispetto alle imprese familiari, oltre al principio pratico di limitare il numero di interlocutori per le centrali di acquisto, può incentivare processi di aggregazione, aiuto tra i produttori e irrobustire i produttori stessi (vale per le banche italiche, non vale per gli agricoltori?)
Terzo, l’esistenza di un prezzo minimo allenta la tensione verso il miglioramento delle pratiche agricole.
Umilmente, chi è ai limiti della sussistenza è in trappola e non migliora. Ha bisogno di un minimo di capitale e di margine per poter investire nel miglioramento delle tecniche
Infine, solo il 10 per cento della rendita equa e solidale va ai presunti beneficiari: il resto rimane a distributori e rivenditori.
Anche questo non è un argomento "assoluto". Vuol dire che bisogna migliorare la ripartizione del "sovrapprezzo equo e solidale". La cifra del 10 per cento non quadra con quanto si può verificare per la realtà italiana analizzando ad es. il sito di CTM-Altromercato che riporta in maniera trasparente la composizione del prezzo di ogni prodotto dal produttore al consumatore finale.
continua....(e intanto una conversazione civilissima sull'argomento la trovate qui
lunedì, dicembre 04, 2006
Absolutely Live
Per ora ascoltati Led Zeppelin, Cure, Clash, Jimi Hendrix al Winterland di San Francisco.....
grazie alla sezione Maccarese di Isoppo per la segnalazione