Oscar Giannino scrive qui quello che mi frulla in testa da settembre su concerti e trasparenza verso i mercati
"Ora va bene prenderci per polli, ma a tutto c’è un limite. E’ possibile mai che il giornalista che firma il pezzo, e che lo stimato Giulio Anselmi che firma il giornale, non si siano resi conto che i contratti antedatati di equity swap con istituti stranieri sono stati esattamente il metodo seguito da Ifil-Exor per risalire al rango di primo azionista Fiat, senza dirlo nel frattempo né alle banche che credevano convertendo il prestito da 3 miliardi di divenire loro soci primari, né al mercato né alla Consob mentre il titolo saliva e la famiglia Agnelli in due comunicati a fine luglio e fine agosto dichiarava di non sapersene proprio spiegare il perché? Noi che tecnicamente seguiamo il mercato, sappiamo bene che a Torino fini menti giuridiche come l’avvocato Grande Stevens e finanzieri di prim’ordine come Gabetti architettarono la cosa sapendo bene che nel Testo Unico della Finanza c’è un buco normativo, grazie al quale i contratti futures non vengono equiparati a compravendita di titoli reali, e dunque non bisogna avvertirne la Consob. Il che non legittima però mentire dicendo che non si sa perché il titolo sale, come fecero gli Agnelli. Noi siamo ancora in attesa di leggere una sola riga sul bollettino della Consob, in merito all’indagine che l’autorità che vigila sul mercato finanziario fu costretta ad aprire di fronte alle proteste di pochi matti come chi qui scrive"
lunedì, dicembre 19, 2005
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